solania
2011-09-04 13:14:58 UTC
La distinzione tra Semantica e Pragmatica
Individua nella sintassi, nella semantica e nella pragmatica i tre grandi
campi che compongono la semiotica.
1°) La sintattica studia le combinazioni dei segni, senza curarsi dei loro
specifici significati e delle loro relazioni con il comportamento in cui
hanno luogo.
2°) La semantica si occupa delle diverse maniere di significare delle
espressioni e delle frasi di una lingua, a prescindere dalle circostanze in
cui esse sono utilizzate da parlanti determinati.
3°) La pragmatica è la parte della semiotica che prende in esame l'origine,
gli usi e gli effetti dei segni in rapporto al comportamento dove essi si
manifestano.
ESEMPIO :
Consideriamo uno scambio comunicativo tra Pippo e Paola.
(1) Pippo: "Sai l'ora?"
Paola: "Sì"
Consideriamo ora un secondo scambio comunicativo sempre tra Pippo e Paola.
(2) Pippo: "Sai l'ora?"
Paola: "Sono le 21,45"
In entrambe le situazioni Pippo pone una domanda a Paola. Paola, in entrambe
le situazioni, comprende il significato della domanda e risponde.
Tuttavia, mentre nel primo caso la comunicazione si svolge lungo un binario
strettamente letterale, nel secondo caso sembra che la risposta di Paola
presupponga che ciò che Pippo intendeva con la sua domanda vada al di là del
significato della frase codificato nella grammatica della lingua italiana.
Rispetto alla studio della pragmatica, dopo il lavoro di Morris sono state
prese due principali direzioni.
La prima è quella tracciata da discipline come la sociolinguistica o
l'analisi conversazionale; l'altra è associata alle ricerche sul significato
sviluppate in filosofia del linguaggio.
Basandoci su questa seconda accezione, la pragmatica si definisce come lo
studio della relazione che intercorre tra il linguaggio ed il suo uso in un
contesto; la pragmatica si interessa specialmente al significato linguistico
implicito ed inferenziale, al non-detto, a tutti quegli aspetti del
significato che dipendono sistematicamente dal contesto in cui il linguaggio
è utilizzato. In questi casi il significato che un parlante può veicolare
proferendo un enunciato va al di là del significato vero-condizionale.
Infatti, qui gli ingredienti che fanno la differenza sono il contesto d'uso
dell'enunciato e ciò che il parlante "vuole dire" attraverso il suo
proferimento.
È la pragmatica quella parte dello studio generale del linguaggio che si
concentra sugli impieghi concreti dei segni in un contesto comunicativo.
Essa si prefigge di render conto dei meccanismi comunicativi che colmano il
divario tra il significato enunciativo ed il "voler dire" del parlante,
chiarificando ed analizzando i sistemi d'aspettative che condizionano e
rendono possibile una comunicazione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_della_pertinenza
Individua nella sintassi, nella semantica e nella pragmatica i tre grandi
campi che compongono la semiotica.
1°) La sintattica studia le combinazioni dei segni, senza curarsi dei loro
specifici significati e delle loro relazioni con il comportamento in cui
hanno luogo.
2°) La semantica si occupa delle diverse maniere di significare delle
espressioni e delle frasi di una lingua, a prescindere dalle circostanze in
cui esse sono utilizzate da parlanti determinati.
3°) La pragmatica è la parte della semiotica che prende in esame l'origine,
gli usi e gli effetti dei segni in rapporto al comportamento dove essi si
manifestano.
ESEMPIO :
Consideriamo uno scambio comunicativo tra Pippo e Paola.
(1) Pippo: "Sai l'ora?"
Paola: "Sì"
Consideriamo ora un secondo scambio comunicativo sempre tra Pippo e Paola.
(2) Pippo: "Sai l'ora?"
Paola: "Sono le 21,45"
In entrambe le situazioni Pippo pone una domanda a Paola. Paola, in entrambe
le situazioni, comprende il significato della domanda e risponde.
Tuttavia, mentre nel primo caso la comunicazione si svolge lungo un binario
strettamente letterale, nel secondo caso sembra che la risposta di Paola
presupponga che ciò che Pippo intendeva con la sua domanda vada al di là del
significato della frase codificato nella grammatica della lingua italiana.
Rispetto alla studio della pragmatica, dopo il lavoro di Morris sono state
prese due principali direzioni.
La prima è quella tracciata da discipline come la sociolinguistica o
l'analisi conversazionale; l'altra è associata alle ricerche sul significato
sviluppate in filosofia del linguaggio.
Basandoci su questa seconda accezione, la pragmatica si definisce come lo
studio della relazione che intercorre tra il linguaggio ed il suo uso in un
contesto; la pragmatica si interessa specialmente al significato linguistico
implicito ed inferenziale, al non-detto, a tutti quegli aspetti del
significato che dipendono sistematicamente dal contesto in cui il linguaggio
è utilizzato. In questi casi il significato che un parlante può veicolare
proferendo un enunciato va al di là del significato vero-condizionale.
Infatti, qui gli ingredienti che fanno la differenza sono il contesto d'uso
dell'enunciato e ciò che il parlante "vuole dire" attraverso il suo
proferimento.
È la pragmatica quella parte dello studio generale del linguaggio che si
concentra sugli impieghi concreti dei segni in un contesto comunicativo.
Essa si prefigge di render conto dei meccanismi comunicativi che colmano il
divario tra il significato enunciativo ed il "voler dire" del parlante,
chiarificando ed analizzando i sistemi d'aspettative che condizionano e
rendono possibile una comunicazione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_della_pertinenza